lunedì 31 marzo 2014

Le parole di Piermario

Quinta puntata

Salve a tutti, e bentornati nella rubrica di Piermario, il Panda del Vocabolario! Vogliamo cominciare? Su, Pier, una bella entrata trionfale!
Pier: Salve...
Ma stai bene? Dov'è la tua solita allegria? Vuoi un po' di bambù per ridarti la carica?
Pier: Non ho fame...
Oh, bella! Ti sei preso l'influenza?
Pier: Eh, no, però forse è vero che sono malato...
Non fare il misterioso, spiegami cos'hai, se no non riusciamo ad andare avanti con la puntata!
Pier: No, dai, mi vergogno un po', mettiamoci al lavoro e magari te lo dico dopo. Scusate il disagio, tutti quanti.
Ahi, ahi, ahi, il nostro panda è arrossito! Almeno credo, sotto il pelo non si vede bene... Suvvia, se sei pronto, ti faccio il conto alla rovescia. Tre... due... uno... apri la busta!

Pier: La parola di oggi è “flebile”!
Adeguata all'atmosfera sottotono, direi... Nell'attesa di estorcere il gran segreto al nostro amico, regia, cosa ci puoi proporre al riguardo?

Pier: Sarebbe a dire?
Accipicchia, regia, andiamo sul complicato... Chi non è pratico di musica ci starà guardando malissimo!
Pier: Musica! Ma certo, che bella idea! Non sono granché come pianista con queste zampe, ma...
Eh? Si può sapere di che parli? Dicevamo, chi suona uno strumento probabilmente lo saprà, ma a beneficio di chi invece di spartiti non capisce un'acca converrà spiegare che questa doppia P vuol dire “pianissimo”: se la trovate all'inizio di un brano, significa proprio che va eseguito a basso volume, con un suono che la parola di oggi, appunto, descriverebbe molto adeguatamente. Il fido dizionario (Zingarelli 2008) riporta:

flebile agg. 1. Di suono o voce fievole, sommessa, tenue | (est.) Esile.
2. (lett.) Lamentoso, supplichevole, dolcemente triste. sin. Fioco.
3. (mus.) Indicazione espressiva che richiede scarsa intensità di suono.

Pier: E quindi la regia aveva proprio ragione.
Come sempre, d'altronde. Visto, che la musica c'entra? La nostra parola descrive un suono sommesso così bene, ma così bene, che è perfino diventata un termine tecnico! Buona a sapersi.
Adesso ti decidi a sputare il rospo, o preferisci partire prima per la solita missione investigativa? Quella di oggi avrà una sorpresina...
Pier: Allora occupiamoci prima di quella, al pubblico interesserà sicuramente più della mia... ops!
Ah, e quindi hai una sorpresa per noi e vuoi tenere la bocca cucita fino all'ultimo, eh? Questo spiega molte cose...
Pier: A fine puntata te lo dico, promesso. Preferirei un bel fuori onda, a dir la verità...
Spiacente, ma le novità succose vanno trasmesse! Se no dove va a finire l'audience?
Pier: Mi fai morire di vergogna, è una faccenda personale! Smettila!
Va bene, va bene! Cappello, pipa, impermeabile e via! Vediamo un po' cos'ha in serbo per noi la storia della nostra parola.

flebile dal latino flebĭlis che deriva da flere cioè “piangere”*

Pier: Un po' diverso da quel che ci si aspetterebbe, no?
Eh, già! A sentire l'origine, si direbbe che il significato con cui la parola nacque fosse più simile al numero due, eppure, guarda un po', perfino secondo il vocabolario è passato in secondo piano e ormai, addirittura, è di uso solo letterario, soppiantato nel parlare comune (o non così comune, se è in estinzione) da tutt'altra cosa.
Pier: Che bizzarrie succedono quando passa il tempo...
Però! Bravo, Pier! “Bizzarrie” invece di “stranezze”, a quanto pare ti stai già sforzando un pochino... non è che adesso dobbiamo fare una puntata nella puntata?
Pier: Ehm... pensavo che potesse... lasciamo perdere, okay? Ragioniamo un po' su come sia capitato, invece.
Se lo dici tu... Dunque, di certezze ce ne sono pochine, ma direi che una logica nel passaggio di significato c'è, in fondo. Dopotutto, quando vuoi suonare lamentoso o supplichevole, come parli?
Pier: Direi abbastanza piano...
Infatti: se non pensiamo a un pianto rumoroso e pieno di strilli, ma piuttosto a un singhiozzare sommesso, la nostra parola è perfetta anche nel senso numero uno, eppure conserva intatta la sua origine dal verbo “piangere”. E se non lo sai tu, che quando fai quel faccino da cucciolo bastonato inteneriresti anche un cuore di pietra, non lo sa nessuno!
Pier: Tu dici?
Un po' di autostima, Pier! A chi non piacciono i panda? Non ti si può dir di no quando fai gli occhi dolci!
Pier: Sinceramente, adesso lo so io a chi m'interessa piacere...
Ohi, ohi, ohi, comincio a fiutare la natura della grande rivelazione! Voi no? Regia, io direi di prepararci a far partire la marcia nuziale...
Pier: Come, come? È un po' prest... volevo dire, perché mai?
Beccato! Con l'inizio della primavera, l'amore è nell'aria, a quanto pare...
Pier: Oh, e va bene! Mettitelo tu, il cappello! Sei proprio sulla strada giusta... però il resto a dopo!
Ma è una notizia bellissima! Perché ti vergogni tanto?
Pier: Siamo in pubblico, ed è una questione privata!
Capisco, tutti abbiamo bisogno di uno spazio personale. Non intendevo negarti il tuo, ma è il prezzo della celebrità! Ancora non sappiamo chi sia la fortunata, ma chissà come sarà contenta di conoscere una star!
Pier: Se la metti così...
Regia: Sorridi, Romeo, dopo c'è una sorpresa nella sorpresa!
Perdincibacco! Addirittura un intervento dalle alte sfere! Chissà cosa ti avranno preparato...
Pier: Oh... Se è quello che penso, l'esempio fallo pure da sola, io devo andare a lisciarmi il pelo! Scusami tanto!
Okay, lasciamo il nostro vanitoso amico alle sue accurate operazioni di toelettatura e vediamo un po' quale signor scrittore possiamo ripescare oggi.

In queste voci languide risuona
Un non so che di flebile e soave
Ch’al cor gli scende, ed ogni sdegno ammorza,
E gli occhj a lagrimar gli invoglia e sforza.
Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, Canto XII**

Pier: Magari sapessi scrivere così... Chissà, forse le piacerebbe...
A scrivere una poesia alla misteriosa signorina puoi anche provare, ma non ti auguro proprio di trovarti in una situazione come quella sopra: pensa un po' che questi versi riguardano un innamorato che ha appena ucciso la sua lei... Brutto esempio per un giorno così, lo so!
Pier: Che cosa triste... Altro che voce lamentosa, qui mi viene da piangere sul serio!
Tirati su, Pier, per favore! Se ho capito bene cos'ha in mente la nostra regia, devi essere al meglio! Un bel sorriso! Alla fine è “solo” un poema: bellissimo, importantissimo e tutti gli “-issimo” che vuoi, ma non sono mica cose successe davvero!
Pier: Lo spero bene...
Regia: E allora, Pier, sei pronto?
Pier: Eccome!
Regia: Ebbene, signore e signori, dimenticate per un momento di essere in una rubrica sulla lingua italiana e fingete di trovarvi nello studio di uno di quei programmi di riunioni strappalacrime, perché la fortunata pandina che ha fatto prendere al nostro assistente un brutto caso di mal d'amore... è qui!
Pier: Anna! Annina mia! Come hanno fatto a farti arrivare qui?
Anna: Lunga, lunghissima storia... Per ora al pubblico basti sapere chi sono. Mi presento, sono Annarita, la Pandina Forbita, e questo adorabile esemplare di bianconera sofficità è il mio ragazzo! Da poco, s'intende...
Pier: Eh, già! Sapessi come sono contento che ti abbiano fatto entrare in studio... Mi mancavi così tanto che mi era perfino passato l'appetito!
Anna: Oh, che cosa dolce... Però non deperire per me, eh? Anzi, sai che ti dico? Dopo la puntata andiamo a mangiarci un po' di bambù insieme!
Pier: Volentieri! Conosco un posto dove ci sono certi germogli che...
Ehm, scusatemi, sono qui anch'io! Ehi, piccioncini? Prometto che vi lascio subito soli, ma la puntata bisognerà pur chiuderla! Un po' di contegno!
Pier: Ops...
Anna: Non volevo distrarti troppo, tesoro.
Pier: Figurati. Un salutino e poi sono tutto per te!
Bene, allora direi che con questo lieto annuncio lo spazio di oggi si conclude qui. Vi abbiamo fatto venir voglia di dire a qualcuno di usare una voce un po' meno “flebile” quando vi parla piano piano e non sentite bene? Io spero proprio di sì, e sono sicura che anche Pier sarebbe d'accordo se non fosse già in dolce compagnia...
Anna: Oh, ma anch'io trovo che stiate compiendo un'opera davvero ammirevole! Adoro le parole! Più sono, meglio è!
Pier: Ci siamo trovati così, grazie al programma! Abbiamo un sacco di cose in comune: l'italiano da salvare, il bambù...
Anna: Siamo fatti l'uno per l'altra!
Che bella notizia! Con questo dobbiamo proprio salutarci, amici. A presto!
Pier: Arrivederci alla prossima puntata!

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