Quinta puntata
Salve a tutti, e bentornati nella
rubrica di Piermario, il Panda del Vocabolario! Vogliamo cominciare?
Su, Pier, una bella entrata trionfale!
Pier:
Salve...
Ma stai bene? Dov'è la tua
solita allegria? Vuoi un po' di bambù per ridarti la carica?
Pier: Non ho fame...
Oh, bella! Ti sei preso
l'influenza?
Pier: Eh, no, però forse è
vero che sono malato...
Non fare il misterioso, spiegami
cos'hai, se no non riusciamo ad andare avanti con la puntata!
Pier: No, dai, mi vergogno un
po', mettiamoci al lavoro e magari te lo dico dopo. Scusate il
disagio, tutti quanti.
Ahi, ahi, ahi, il nostro panda è
arrossito! Almeno credo, sotto il pelo non si vede bene... Suvvia, se
sei pronto, ti faccio il conto alla rovescia. Tre... due... uno...
apri la busta!
Pier: La parola di oggi è
“flebile”!
Adeguata all'atmosfera sottotono,
direi... Nell'attesa di estorcere il gran segreto al nostro amico,
regia, cosa ci puoi proporre al riguardo?
Pier: Sarebbe a dire?
Accipicchia, regia, andiamo sul
complicato... Chi non è pratico di musica ci starà guardando
malissimo!
Pier: Musica! Ma certo, che
bella idea! Non sono granché come pianista con queste zampe, ma...
Eh? Si può sapere di che parli?
Dicevamo, chi suona uno strumento probabilmente lo saprà, ma a
beneficio di chi invece di spartiti non capisce un'acca converrà
spiegare che questa doppia P vuol dire “pianissimo”: se la
trovate all'inizio di un brano, significa proprio che va eseguito a
basso volume, con un suono che la parola di oggi, appunto,
descriverebbe molto adeguatamente. Il fido dizionario (Zingarelli
2008) riporta:
flebile
agg.
1. Di suono o voce fievole, sommessa, tenue | (est.)
Esile.
2.
(lett.)
Lamentoso, supplichevole, dolcemente triste. sin.
Fioco.
3.
(mus.)
Indicazione espressiva che richiede scarsa intensità di suono.
Pier: E quindi la regia aveva
proprio ragione.
Come sempre, d'altronde. Visto,
che la musica c'entra? La nostra parola descrive un suono sommesso
così bene, ma così bene, che è perfino diventata un termine
tecnico! Buona a sapersi.
Adesso ti decidi a sputare il
rospo, o preferisci partire prima per la solita missione
investigativa? Quella di oggi avrà una sorpresina...
Pier: Allora occupiamoci prima
di quella, al pubblico interesserà sicuramente più della mia...
ops!
Ah, e quindi hai una sorpresa per
noi e vuoi tenere la bocca cucita fino all'ultimo, eh? Questo spiega
molte cose...
Pier: A fine puntata te lo
dico, promesso. Preferirei un bel fuori onda, a dir la verità...
Spiacente, ma le novità succose
vanno trasmesse! Se no dove va a finire l'audience?
Pier: Mi fai morire di
vergogna, è una faccenda personale! Smettila!
Va bene, va bene! Cappello, pipa,
impermeabile e via! Vediamo un po' cos'ha in serbo per noi la storia
della nostra parola.
flebile
dal latino flebĭlis
che
deriva da flere
cioè “piangere”*
Pier: Un po' diverso da quel
che ci si aspetterebbe, no?
Eh, già! A sentire l'origine, si
direbbe che il significato con cui la parola nacque fosse più simile
al numero due, eppure, guarda un po', perfino secondo il vocabolario
è passato in secondo piano e ormai, addirittura, è di uso solo
letterario, soppiantato nel parlare comune (o non così comune, se è
in estinzione) da tutt'altra cosa.
Pier: Che bizzarrie succedono
quando passa il tempo...
Però! Bravo, Pier! “Bizzarrie”
invece di “stranezze”, a quanto pare ti stai già sforzando un
pochino... non è che adesso dobbiamo fare una puntata nella puntata?
Pier: Ehm... pensavo che
potesse... lasciamo perdere, okay? Ragioniamo un po' su come sia
capitato, invece.
Se lo dici tu... Dunque, di
certezze ce ne sono pochine, ma direi che una logica nel passaggio di
significato c'è, in fondo. Dopotutto, quando vuoi suonare lamentoso
o supplichevole, come parli?
Pier: Direi abbastanza
piano...
Infatti: se non pensiamo a un
pianto rumoroso e pieno di strilli, ma piuttosto a un singhiozzare
sommesso, la nostra parola è perfetta anche nel senso numero uno,
eppure conserva intatta la sua origine dal verbo “piangere”. E se
non lo sai tu, che quando fai quel faccino da cucciolo bastonato
inteneriresti anche un cuore di pietra, non lo sa nessuno!
Pier: Tu dici?
Un po' di autostima, Pier! A chi
non piacciono i panda? Non ti si può dir di no quando fai gli occhi
dolci!
Pier: Sinceramente, adesso lo
so io a chi m'interessa piacere...
Ohi, ohi, ohi, comincio a fiutare
la natura della grande rivelazione! Voi no? Regia, io direi di
prepararci a far partire la marcia nuziale...
Pier: Come, come? È un po'
prest... volevo dire, perché mai?
Beccato! Con l'inizio della
primavera, l'amore è nell'aria, a quanto pare...
Pier: Oh, e va bene! Mettitelo
tu, il cappello! Sei proprio sulla strada giusta... però il resto a
dopo!
Ma è una notizia bellissima!
Perché ti vergogni tanto?
Pier: Siamo in pubblico, ed è
una questione privata!
Capisco, tutti abbiamo bisogno di
uno spazio personale. Non intendevo negarti il tuo, ma è il prezzo
della celebrità! Ancora non sappiamo chi sia la fortunata, ma chissà
come sarà contenta di conoscere una star!
Pier: Se la metti così...
Regia: Sorridi, Romeo, dopo
c'è una sorpresa nella sorpresa!
Perdincibacco! Addirittura un
intervento dalle alte sfere! Chissà cosa ti avranno preparato...
Pier: Oh... Se è quello che
penso, l'esempio fallo pure da sola, io devo andare a lisciarmi il
pelo! Scusami tanto!
Okay, lasciamo il nostro vanitoso
amico alle sue accurate operazioni di toelettatura e vediamo un po'
quale signor scrittore possiamo ripescare oggi.
In queste voci languide
risuona
Un non so che di flebile e soave
Ch’al cor gli scende, ed ogni sdegno ammorza,
E gli occhj a lagrimar gli invoglia e sforza.
Un non so che di flebile e soave
Ch’al cor gli scende, ed ogni sdegno ammorza,
E gli occhj a lagrimar gli invoglia e sforza.
Torquato
Tasso, Gerusalemme
liberata,
Canto XII**
Pier: Magari sapessi scrivere
così... Chissà, forse le piacerebbe...
A scrivere una poesia alla
misteriosa signorina puoi anche provare, ma non ti auguro proprio di
trovarti in una situazione come quella sopra: pensa un po' che questi
versi riguardano un innamorato che ha appena ucciso la sua lei...
Brutto esempio per un giorno così, lo so!
Pier: Che cosa triste... Altro
che voce lamentosa, qui mi viene da piangere sul serio!
Tirati su, Pier, per favore! Se
ho capito bene cos'ha in mente la nostra regia, devi essere al
meglio! Un bel sorriso! Alla fine è “solo” un poema: bellissimo,
importantissimo e tutti gli “-issimo” che vuoi, ma non sono mica
cose successe davvero!
Pier: Lo spero bene...
Regia: E allora, Pier, sei
pronto?
Pier: Eccome!
Regia: Ebbene, signore e
signori, dimenticate per un momento di essere in una rubrica sulla
lingua italiana e fingete di trovarvi nello studio di uno di quei
programmi di riunioni strappalacrime, perché la fortunata pandina
che ha fatto prendere al nostro assistente un brutto caso di mal
d'amore... è qui!
Pier:
Anna! Annina mia! Come hanno fatto a farti arrivare qui?
Anna: Lunga, lunghissima
storia... Per ora al pubblico basti sapere chi sono. Mi presento,
sono Annarita, la Pandina Forbita, e questo adorabile esemplare di
bianconera sofficità è il mio ragazzo! Da poco, s'intende...
Pier: Eh, già! Sapessi come
sono contento che ti abbiano fatto entrare in studio... Mi mancavi
così tanto che mi era perfino passato l'appetito!
Anna: Oh, che cosa dolce...
Però non deperire per me, eh? Anzi, sai che ti dico? Dopo la puntata
andiamo a mangiarci un po' di bambù insieme!
Pier: Volentieri! Conosco un
posto dove ci sono certi germogli che...
Ehm, scusatemi, sono qui anch'io!
Ehi, piccioncini? Prometto che vi lascio subito soli, ma la puntata
bisognerà pur chiuderla! Un po' di contegno!
Pier: Ops...
Anna: Non volevo distrarti
troppo, tesoro.
Pier: Figurati. Un salutino e
poi sono tutto per te!
Bene, allora direi che con questo
lieto annuncio lo spazio di oggi si conclude qui. Vi abbiamo fatto
venir voglia di dire a qualcuno di usare una voce un po' meno
“flebile” quando vi parla piano piano e non sentite bene? Io
spero proprio di sì, e sono sicura che anche Pier sarebbe d'accordo
se non fosse già in dolce compagnia...
Anna: Oh, ma anch'io trovo che
stiate compiendo un'opera davvero ammirevole! Adoro le parole! Più
sono, meglio è!
Pier: Ci siamo trovati così,
grazie al programma! Abbiamo un sacco di cose in comune: l'italiano
da salvare, il bambù...
Anna: Siamo fatti l'uno per
l'altra!
Che bella notizia! Con questo
dobbiamo proprio salutarci, amici. A presto!
Pier: Arrivederci alla
prossima puntata!
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