Rigido pianificatore o gentilissimo ascoltatore?
Cari lettori, questo è un altro
di quei post intorno a cui bisognerebbe mettere del filo spinato e
una quantità di cartelli d'avviso, perché si torna a parlare di
Dio.
Più precisamente: ma questo Dio
come si comporta?
Se uno prega e poi l'evento in
cui sperava si verifica, può ben dire – dato che crede ne ha tutto
il diritto: se poi io sia d'accordo o meno è un'altra storia – che
Dio ha ascoltato la sua preghiera e l'ha esaudita. E se invece no?
Eh, non era nei suoi piani.
Ma allora questi piani ci sono o
non ci sono, io mi chiedo?
In Mt 21, 22 si afferma: “E
tutto quello che chiederete con fede nella preghiera lo otterrete”.
Detto così, sembra quasi che Dio se ne stia lì come un operatore di Pronto Pagine Gialle a gestire milioni di chiamate alla volta e vedere cosa può fare. E può, eccome se può, perché anche se qualche post fa ho messo alla prova le sue abilità nel sollevamento pesi, resta il fatto che Dio è descritto come onnipotente e non basta il primo S. Kuyper che passa a cancellare quella parola dalla Bibbia.
E non è nemmeno una singola
citazione strappata dal suo contesto e strumentalizzata a bella
posta: se fosse l'unica, potreste accusarmi di averla cercata col
lanternino e travisata di proposito, ma concetti simili si ripetono
più e più volte nei Vangeli, il che, per chi vi presta fede,
dovrebbe essere una prova sufficiente che Gesù l'ha detto, in parole
più o meno testuali. Non ci insegnano forse a scuola che tre su
quattro sono sinottici (inserire qui una fior di digressione sulla
derivazione dal greco del termine, unica parte che mi piacque
dell'ora di religione delle elementari: se fossi credente, direi che
Dio mi mandò un segno per istradarmi verso il liceo classico), cioè
scritti da punti di vista simili? E se più persone che hanno
assistito allo stesso evento riportano quasi le stesse frasi, ne
possiamo concludere con ragionevole certezza che quelle frasi sono
state pronunciate, no?
Ecco un'altra versione che si
trova, per chi volesse andare a controllare, in Mc 11, 24: “Per
questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate
fede di averlo ottenuto, e vi sarà accordato”.
Ancora una, ma stavolta in
edizione limitata, con la variante che l'invito è a rivolgersi a
Gesù invece che direttamente al suo illustrissimo genitore, in Gv
14, 13-14: “Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò,
perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche
cosa nel mio nome, la farò”.
Ohibò, perdincibacco, sacripante
e pure corbezzoli! Addirittura quello che ci ripetono da sempre che
dovrebbe risultare la “voce fuori dal coro” rispetto agli altri
tre è d'accordo! Allora è proprio ufficiale!
Qualcuno
sicuramente avrà un bel dire che la Bibbia non va interpretata
letteralmente, ma io in questi passi vedo abbastanza pochino da
interpretare: ci viene detto chiaro e tondo che se chiediamo qualcosa
nelle nostre preghiere, questo avverrà. Lo si spiega, nei versetti
vicini ai primi due, anche con esempi figurati che – quelli sì –
vanno presi con un grano di sale, come una montagna che si sposta a
comando o addirittura va a gettarsi nel mare, ma qui la metafora è
ormai finita e siamo giunti al succo del messaggio: se preghi,
l'evento che desideri succederà. Garantito: basta chiamare Pronto
Dio, 800.112.358 (perdonatemi, sono reduce da una recente visione de
Il
Codice da Vinci,
il pezzetto dopo il prefisso è l'inizio della sequenza di
Fibonacci).
Proprio come un enorme call
center divino che risponde alle “telefonate” spirituali facendo
accadere quel che domandano. Basandosi su queste informazioni sembra
quasi che Dio, nella Sua infinita bontà, si limiti a dire sempre di
sì! Ma allora non diventa in un certo senso uno strumento che dà a
chiunque preghi il potere di piegare gli avvenimenti nella direzione
che vuole? Una specie di genio senza lampada che, come optional, ha
pure disattivato il limite numerico di tre desideri?
Non
so voi, ma io ci vedo un'enorme somiglianza con certe danze della
pioggia e altri rituali assortiti, solo in salsa socialmente
accettabile: fa' questo e una qualche forza magica farà succedere
quest'altro. E menomale che i pagani erano gli altri.
Se però andiamo a vedere la
realtà effettiva, parecchie di quelle accorate preghiere non si
realizzano. Se Dio dicesse sempre e solo di sì, come pare dai passi
citati sopra, un sacco di persone al mondo si sarebbero salvate dalla
morte per tutta una serie di malattie una più orribile dell'altra
grazie agli effetti benefici delle preghiere dei loro cari, e invece
– spiace essere così diretti – i cimiteri ne sono pieni.
Dunque Dio, se gli va, può anche
metter giù la cornetta e rifiutare. In base a cosa? Non lo sappiamo.
E qui sta l'inghippo: per giustificare il mancato esaudimento di una
preghiera si può sempre dire che non rientrava nei suoi piani, ma
siccome non si sa in cosa consistano, di quei piani possiamo farci
l'idea che vogliamo e nessuno può provare che ci stiamo sbagliando.
Se Dio dice di sì, di progetti non si parla neppure: ha ascoltato,
evviva, che felicità! E se dice di no, va bene lo stesso, perché ha
chissà quale altra superiore tabella di marcia e bisogna solo
aspettare di scoprire quale sia.
Vedete che così si sceglie di
volta in volta la versione che fa più comodo? Se Dio ascolta solo
quando la richiesta già coincide con la Sua idea, perché i Vangeli
stessi dovrebbero dare l'illusione che lo faccia sempre? Una delle
due immagini deve pur essere sbagliata, eppure entrambe sono
supportate da indicazioni nel testo della Bibbia.
“Ancora
informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo
libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva
uno.”
(Salmo 139, 16)
Per
cui Dio pianifica, eccome se pianifica, con tale precisione e
pervasività che sa esattamente quanti saranno e come andranno i
giorni di ciascuno di noi. A parte le implicazioni inquietanti di cui
forse avremo modo di parlare in futuro (latte o limone nel tè?
Fermiamoci un attimo e decidiamo... ops, un momento, ho solo
l'impressione
di decidere, Dio sa benissimo che ci metterò il latte), questo
significa che di fatto pregare non serve a niente: fa parte della
vita di una persona che crede come mangiare, bere e dormire, ma non
cambia nulla, perché se Dio ha deciso che quella cosa non deve
succedere, possiamo pregare (anzi, meglio, può farci pregare)
all'infinito, ma non succederà, mentre se quell'altra deve capitare,
capiterà e basta, anche se non pregassimo per essa (o più
esattamente, se per ipotesi avesse preferito che non lo facessimo).
Questo nell'Antico Testamento,
che comunque non dovrebbe aver perso validità, se è vero quel che
si dice in Mt 5, 17: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la
Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare
compimento”. Ora, sarò io che non capisco la frase, ma pare
proprio che il Dio del Nuovo abbia chiuso lo studio d'architetto con
teatro dei burattini annesso e aperto il famoso call center. C'è
crisi anche ai piani alti, tocca essere flessibili.
Facciamo
un gioco. Prendete una monetina, o in alternativa, se siete poveri in
canna e/o non avete il portafoglio sottomano, andate su http://www.random.org/coins/,
impostatelo su 1 e scegliete la valuta che preferite. Tenetela in
mano, oppure fissate lo schermo, e pregate che esca testa, e poi
tentate la sorte, con un lancio o con un clic. I casi sono due:
a) esce testa;
b) esce croce.
Se il vostro è il caso a),
starete ridendo di me e dei miei patetici tentativi di contestare il
vostro Dio. Ma in fondo questo cosa prova? Che vi ha detto di sì, o
che far uscire testa faceva già parte dei suoi piani? Una preghiera
esaudita, a ben vedere, non fa pendere la bilancia né dalla parte
del Dio ascoltatore né dalla parte del pianificatore.
Se invece è il b), allora o il
segnale non ha raggiunto l'800.112.358, o l'eccelso centralinista ha
preso atto della chiamata e vi ha sbattuto il telefono in faccia,
magari offendendosi pure di sentirsi chiedere una cosetta così
sciocca.
Ci sarà anche, non ne dubito,
qualcuno che insisterà e lancerà ancora e ancora, fino a ottenere
almeno una volta testa e dimostrare che Dio ascolta, ma coi suoi
tempi. Anche questo è un bell'espediente: l'idea di un Dio che oltre
che sì può dire anche no fa una gran paura, quindi si mitiga il
“no” trasformandolo in un più simpatico e rassicurante “non
adesso” e, con fede, si aspetta. Il call center ha risposto “resti
in linea” e ha fatto partire la Primavera di Vivaldi. Così facendo,
arriviamo ancora a uno di quei bivi che mi piacciono tanto:
a) chi afferma che Dio ci ascolti
ha ragione;
b)
chi afferma che Dio ci ascolti ha torto, ma non
si può dimostrare che ce l'abbia,
perché appena si fa un'obiezione, la risposta invariabilmente è:
non è che non abbia ascoltato, ma per vedere gli effetti tocca
attendere. Cinque minuti o cinquant'anni, non si sa. Magari, aspetta
tu che aspetto anch'io, nel frattempo si muore, e allora il sentiero
si divide in tre:
a) o non si saprà mai che la
preghiera non è stata esaudita,
b) o si va al centro reclami a
chiedere conto direttamente all'operatore,
c) o ci si sente rispondere che
l'800.112.358 era un numero inesistente ed erano sempre stati nel
giusto quelli che ne chiamavano un altro, il che sarebbe un bel
problema. Ops!
Non dico che credere, e di
conseguenza pregare, sia una cosa intrinsecamente sbagliata: ne avete
tutto il diritto di questo mondo e anzi, sia che Dio ascolti o non
ascolti, sia che esista o che non esista, di fatto pregare aiuta e me
ne rendo conto perfino io. Può far stare meglio una persona in
difficoltà e darle quel piccolo supplemento di forza necessario per
superare i suoi ostacoli, quindi è possibilissimo che senza la
preghiera quella persona si sarebbe arresa. Se questo sia dovuto
all'intervento di Dio o a una sorta di effetto placebo, però, non
sta a me dirlo.
Io, intanto, se voglio ottenere
qualcosa preferisco pregare un dio che si chiama Olio di Gomito. Dei
tanti proverbi che sono fioriti intorno all'Altissimo e al suo
arcinemico dai piedi caprini, per me il più vero è “Aiutati, che
il ciel t'aiuta”.
E dunque? Dio architetto con
l'hobby del burattinaio o Dio paziente centralinista? Votate, votate,
votate! Ma, tanto per far rima, senza crociate.
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