Terza puntata
Ciao a tutti, e bentornati nel nostro spazio sulle parole in estinzione! Sapete cosa vuol dire, vero? È ora di Piermario, il Panda del Vocabolario!
Pier:
Sono di nuovo qui! Salve!
Ciao, Pier! Il pubblico sarà di
certo in visibilio. Ormai sei un appuntamento attesissimo, o almeno,
voglio sperarlo.
Pier: Posso aprire la busta
adesso? Posso?
Che impazienza! Non vedi proprio
l'ora di cominciare, eh? Allora bando alle ciance e diamo il via al
conto alla rovescia. Lo fate anche voi con me? Tre... due... uno...
apri la busta!
Pier: Signore e signori, la
parola di oggi è “ceruleo”!
Oh, ma guarda, questa parola
l'avevo promessa ai nostri lettori qualche tempo fa! Ebbene, è
giunto il momento di metterla sotto i riflettori. Regia, cosa ci puoi
proporre?
Pier: Ma che cos'è?
In effetti per chi non è pratico
del campo (e io sono la prima) è un bel mistero, ma questa volta la
nostra regia è stata molto diretta e ci ha dato la foto di una
sostanza che si può usare per ottenere il colore descritto dalla
parola di oggi. Il fido dizionario (Zingarelli 2008) infatti recita:
ceruleo
A
agg.
1. (lett.)
Di colore azzurro chiaro.
2.
(lett.)
Di persona, che ha gli occhi azzurri.
B
s.
m.
(lett.)
Il colore ceruleo.
Pier: Non so perché, ma io la
trovo poetica.
Sai che non hai tutti i torti? Il
dizionario, a ben vedere, avvisa davanti a tutti i significati che il
suo uso è solo letterario, quindi la tua prima impressione è
proprio giusta. Però è un po' triste, non trovate? Ormai perfino il
vocabolario sa che certe parole non si usano più tutti i giorni...
non sareste orgogliosi di poter dire che si sbaglia?
Pier: Sì, ma come si fa? Non
so se i nostri lettori avranno tanta voglia di dire “ceruleo”
quando per capirsi “azzurro” basta e avanza...
Eh, lo so, purtroppo è vero
anche questo. Forse abbiamo convinto solo qualche precisino che tiene
molto alle sfumature dei colori: se “azzurro” le copre un po'
tutte, “ceruleo” dice proprio “azzurro chiaro”, è una parola
più ristretta. E poi secondo me c'è un altro motivo per riportarla
agli antichi splendori...
Pier: Quale? Quale? Non
tenermi sulle spine!
E invece sì! Pensaci un po' su,
te lo lascio scoprire da solo e alla fine della puntata vedremo se ci
sarai arrivato.
Pier: Accidenti!
E a proposito di scoprire, spero
di non distrarti, Pier, perché è ora di giocare agli investigatori!
Come sempre, non contano solo il significato e i buoni motivi per
pronunciarla: non è un episodio che si rispetti se non ci
soffermiamo per qualche momento anche sulla storia della nostra
protagonista. E dunque, perché diciamo “ceruleo”?
ceruleo
dal latino caeruleus,
a sua volta derivato di caelum,
ossia cielo.*
Pier: Dopo l'avventura
dell'ultima volta, sono quasi deluso...
Oh,
ma non devi! Una parola così è perfetta per provare a capire come
ragiona una persona che parli un linguaggio appena nato, in cui i
termini esistenti sono ancora pochi e pian piano bisogna inventarsene
di nuovi: se io ti dico di cercare qualcosa di azzurro, anzi,
diciamolo, di ceruleo,
tu dove guardi?
Pier: In su! Be', sperando che
faccia bel tempo...
Appunto! Quindi non credi che,
quando i vocaboli per definire i colori stavano ancora nascendo, sia
stato naturale usare il nome della cosa azzurra che tutti percepivano
certamente come la più grande e la più importante?
Pier: In effetti... Quindi
credi che se ci dimenticassimo improvvisamente tutte le nostre lingue
e per comunicare dovessimo crearne di nuove, almeno una delle parole
per questo colore deriverebbe ancora dal nome del cielo?
Be', questo non lo so con
certezza, però credo che sia come minimo possibile. Poi magari
troveremmo tutt'altro modo, ma secondo questa logica andrebbe proprio
così.
Pier: È un po' strano da
immaginare, non trovi?
Eh, già! Sarà che abbiamo
parlato del cielo, ma oggi si vola... con la fantasia! Ma siccome con
i “se” e con i “ma” non si arriva tanto lontano, per adesso è
meglio tornarcene a terra. Assistente, cosa succede adesso?
Pier: Che tiriamo in ballo
un'altra delle tue citazioni difficili?
Ah, se la metti così, allora
niente esempio! Eppure quello di oggi sarebbe stato illustre non una
volta sola, ma due! Che peccato!
Pier: Cosa? Come fa a esserlo
due volte?
Ti ho incuriosito, eh? Guarda e
stupisci:
Udì Palla, e venia lieve da'
balzi
Luminosi d'Olimpo, e percorreva
Tutto ad un tempo col ceruleo
sguardo
L'argivo campo.
Omero,
Iliade,
traduzione di Ugo Foscolo, in: Opere
edite e postume, volume 9**
Capito, adesso? Un signor poema
con una signora traduzione! Qui a forza di signori fondiamo un club
di gentiluomini!
Pier: E se i gentiluomini sono
questi, chissà come parlerebbero forbito agli incontri...
Appunto. E quindi è sempre
meglio prepararsi! Menomale che ci sei tu, caro il mio panda, ad
aiutare il nostro pubblico! Non so cosa farei senza di te...
Pier: Mi lusinghi troppo! Mi
spiace, ma dopo il successo della scorsa puntata ho ricevuto un sacco
di posta da parte di fan un po' più pelose di te... Possiamo restare
amici, vero?
Oh, lo so, tu hai bisogno di
qualcuno il cui primo appuntamento ideale consista nel mangiare
insieme qualche canna di bambù, giusto?
Pier: Proprio così! Se poi
fosse anche carina... Ehi, un momento! Mi sa che ho capito qual è il
buon motivo numero due per usare la parola di oggi!
E bravo Pier! Sentiamolo un po',
allora.
Pier: Be', si potrebbe provare
a metterla in una lettera d'amore. Se la fortunata magari ha gli
occhi azzurri, la stupirete di più!
Ma che fior di corteggiatore! E
furbacchione, come se non bastasse: provate a pronunciare il nostro
vocabolo di oggi, e poi confrontatelo con “azzurro”. Non suona
molto più dolce e delicato? Non è proprio il mio caso, ma se avessi
gli occhi di quel colore sarei piacevolmente sorpresa di sentirlo
usare in una lettera romantica! O email, o SMS, o tweet, quel che vi
pare.
E dunque, vi basta come
motivazione per provare a chiamare, molto appropriatamente, “ceruleo”
il cielo la prossima volta che lo vedrete sereno?
Arrivederci alla prossima
puntata!
Pier: Ci vediamo, ciao!
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