venerdì 14 marzo 2014

Le parole di Piermario

Prima puntata

Signore e signori, è giunto il momento che tutti aspettavate: è tornato sugli schermi dei vostri computer, o qualunque altro dispositivo stiate usando per leggermi, Piermario, il panda del vocabolario!
Pier: Ciao a tutti! Rieccomi qui!
Ciao, Pier. Sono sicura che saranno felicissimi di rivederti. Da oggi, un po' alla volta, ci occuperemo insieme di una serie di parole che sarebbe un vero peccato dover perdere. Alcune forse vi giungeranno nuove, altre invece non vi sembreranno poi così sconosciute e vi stupirete anche voi, come me, del fatto che si stiano estinguendo, eppure è proprio così: forse, pensandoci bene, sono termini che avete già sentito ma che per una ragione o per l'altra non vi capita di usare. Magari non ne avete mai l'occasione, o magari, quando ce l'avreste, le sostituite con altre. Qualcuno invece le pronuncerà già ogni giorno e penserà che avrei decisamente potuto sceglierne di più difficili. Se non fate parte di questi ultimi, rendete contento Piermario e riprendetele: suonano così bene sulla lingua che sarebbe proprio triste gettarle nel dimenticatoio.
Bene, la parola di oggi è...
Pier: Ferma! Faccio io! Avevi promesso!
Ops. Scusa, hai ragione. Ebbene, è il turno di Piermario, che adesso inaugurerà il suo prezioso ruolo di assistente! Auguriamogli buona fortuna! Regia, tutti i riflettori su Pier, per favore. Lì c'è la telecamera, dacci il tuo miglior sguardo da panda sciupafemmine. Tre... due... uno... apri la busta!
Pier: Lettori e lettrici, la parola di oggi è... è... oh, insomma, posso avere un rullo di tamburi?
Avanti, Pier, deciditi! Un po' d'atmosfera va bene, ma così è troppo!
Pier: La parola di oggi è “canuto”!
E bravo il nostro panda! Se l'è cavata egregiamente per essere la prima volta, non credete? Dunque, vediamo un po', cosa si può dire sulla parola “canuto”? Regia, un aiutino?
Pier: Be', direi che la regia ha scelto bene, però...
Eh, sì, il nostro amico sotto sotto ha ragione ad avere qualche piccola riserva. Vediamo subito perché, aiutandoci con un buon dizionario (Zingarelli 2008).

canuto agg. 1. Bianco, detto di capelli, barba, baffi e sim.;

2. Di persona, che ha capelli, barba, baffi e sim. bianchi: un vecchio c.

E fin qui penso, o meglio spero, che ci arriviamo tutti. Era quello che vi aspettavate, giusto? Ebbene, la definizione non è finita qui, e infatti continua così:

(est.) Vecchio | (lett.) Età, stagione canuta, la vecchiaia.

3. (fig., lett.) Che ha la saggezza e l'assennatezza tipiche della vecchiaia.

E qui qualcuno protesterà che vi stiamo trattando da somari, che arrivarci era facile, basta fare un piccolo salto logico: i capelli diventano bianchi – anzi, meglio, usiamo questa benedetta parola, diventano canuti – quando s'invecchia, quindi lo stesso termine va benissimo anche per dire “vecchio” o “saggio”. Non ci vuol niente. Ma si sa, a volte l'italiano, come tante altre lingue, fa scherzi anche più strani di questo. C'è ancora qualcosina da dire:

(est., lett.) Biancheggiante, detto di cose: schiume, onde canute | (poet.) Ammantato di neve.

Questo davvero non lo sanno tutti. Nella mia esperienza personale, se chiedo a qualcuno a caso di “tradurre” la nostra parola in un italiano più corrente, non gli verrà in mente di specificare che può non riferirsi soltanto ai capelli.
Pier: Aspetta un minuto, quindi un po' lo sono anch'io? Ma non sono mica vecchio!
Mi spiace, Pier, rassegnati: volendo, possiamo anche dire che le parti bianche del tuo pelo sono canute. Non arriverebbero in molti ad affermarlo: per i capelli di una persona passi, ma per il manto di un panda, che non è nemmeno tutto bianco... Forse solo qualche scrittore che ama tirar fuori dal cappello a cilindro sensi inusuali delle parole oserebbe tanto, ma è proprio così. Consolati pensando che hai un'aria da sapiente.
Pier: Oh, be', allora va meglio. Pensi che dovrei citare una frase di Confucio, adesso?
Se ti va, il palcoscenico è tutto tuo...
Pier: No, sono a posto così, era solo per dire che la parola di oggi ha ripreso a piacermi. Provate tutti a usarla un po' di più!
Magari qualcuno sarà ancora più invogliato a impegnarsi se racconteremo anche qualcosa sul passato della nostra parola protagonista. Che ne dici, caro Pier, di metterti un bel cappello da cacciatore di cervi, lasciar andare la tua canna di bambù per metterti una pipa in bocca e una lente d'ingrandimento tra le zampe, e venire con me a seguire le tracce della sua origine? Stavolta non è difficile.

canuto dal latino tardo canūtus, derivato da canus cioè “bianco”.*

Pier: Tutto qui?
Come prima missione investigativa nel mondo dell'etimologia non pare un granché, ma almeno abbiamo scoperto un particolare che farà piacere agli appassionati di storia: per essere derivata dal “nonno” del nostro italiano, è ancora una parola abbastanza giovane.
Pier: Ma allora la parola “canuto” è a sua volta canuta o non lo è? Accidenti, che confusione...
Be', ora non esageriamo coi sensi figurati. Volendo divertirci un po', potremmo anche chiamare “canuto” un termine dalle origini antiche, ma non vorrei che i nostri lettori si mettessero a usare il vocabolo di oggi anche quando non c'entra! Sai che figuraccia?
Pier: Allora aiutiamoli!
Sai che hai proprio ragione? Facciamo un esempio di quelli con tutti i crismi. Magari sarà la spintarella giusta che servirà a qualcuno per decidersi a riprendere la nostra parola, o magari, meglio ancora, farà venire loro voglia di leggere qualche autore famoso, e allora sì che ne impareranno, di vocaboli nuovi!

Movesi il vecchierel canuto et biancho

del dolce loco ov'à sua età fornita

et da la famigliuola sbigottita

che vede il caro padre venir manco;

Francesco Petrarca, Canzoniere, XVI – Movesi il vecchierel canuto et biancho**

Pier: Accipicchia, questo è un italiano ancora più strano di quello che stiamo cercando di difendere, non trovi?
Ahi, ahi, ahi, Pier, se ti sentisse un professore chiamare “strano” uno dei nostri più grandi poeti... A letto senza bambù!
Pier: Uffa!
Scherzavo! Un sacco di studenti prima di te l'avranno pensato, e sinceramente non credo che sia un grosso crimine. Sarà bravissimo, sarà illustre, avrà pure tutte le qualità di questo mondo, ma è un poeta del Trecento e noi siamo nel 2014: una prima impressione di generale “stranezza” sarà capitata a tutti e non è necessariamente sinonimo d'ignoranza. Non è la lingua a cui siamo abituati. Vediamola così: assaggiando un piatto esotico ci sembrerà certamente insolito e forse all'inizio non ci piacerà neppure, ma pian piano, quando il palato si abitua, cominciamo ad apprezzarlo. Questa è più o meno la stessa cosa.
Pier: Io, per me, continuo col mio bambù, che è buonissimo!
Be', sei un panda, non mi aspettavo altro. Dopo la fatica del debutto, ti meriti certamente uno spuntino.
E dunque, vi è piaciuta la prima puntata di Piermario, il Panda del Vocabolario? Vi ha fatto venir voglia di descrivere vostro nonno come “canuto” invece di dire semplicemente che “ha i capelli bianchi”?
Pier: Io ho un'idea ancora migliore!
Ah, sì? Sentiamola, allora!
Pier: Se vi guardate allo specchio, notate un po' di bianco qui e là e cominciate a preoccuparvi, non è molto meglio dire che state diventando canuti, invece di ammettere che state invecchiando? Secondo me è molto più altisonante! Sembrerete più saggi!
Che furbastro, eh? Altro che panda, questo qui è un vecchio volpone! Seguite il suo consiglio! Arrivederci alla prossima puntata!
Pier: Ciao ciao, amici! Ci vediamo!

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