sabato 29 marzo 2014

Il topo buongustaio

Cosa ci sarà dall'altra parte dello specchio?

Un saluto a tutti i miei lettori.
È ora di mettersi di nuovo ai fornelli, ma prima, come avrete già indovinato, è doveroso fare un salutino al nostro assistente. Sei pronto, Rémy?
Rémy: Prontissimo! Salve a tutti!
Bravo, topolino, mi piace questo entusiasmo. Ebbene, oggi ci viene in aiuto un altro bel pezzo da novanta, e – lo dico con gran sconforto del nostro amichetto – si tratta di nuovo di un autore inglese.
Rémy: Parbleu! Di nuovo? Ma non ne conosci altri?
Eh, probabilmente questi inglesi sono dei golosoni, perché trovo particolarmente facile scovare del cibo nei loro libri! Mi spiace tanto, prometto che ti rifarai.
Rémy: Eh, no! Stavolta non ci casco più! La prossima volta esigo qualcosa di francese! Sono secoli che me lo prometti e non lo fai mai!
Ehm... okay, posso provarci. Alla prossima puntata si va in Francia.
Dicevamo: per oggi si torna in Inghilterra, anche se forse non è proprio la definizione giusta.
Rémy: Ah, no? Allora forse ho qualche speranza...
Oh, dai, non mi terrai ancora il muso, spero! Comunque, a fornirci l'idea per la ricetta è nientemeno che Lewis Carroll, che la fa mangiare (o meglio, tentare di mangiare) alla sua Alice nel secondo libro a lei dedicato, Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò.


Dunque non è tanto appropriato dire che si vada in Inghilterra, quanto piuttosto in una sua versione di sogno infarcita di riferimenti alla sua cultura e pure alla cucina, ma che viaggia su un binario tutto suo.
Per chi ha un po' di confusione in proposito, senza dubbio dovuta alla Disney che fonde elementi di entrambi i volumi in un unico film d'animazione, lasciate che vi spieghi: un conto è Alice nel Paese delle Meraviglie, pieno di ammiccamenti al gioco delle carte, in cui la piccola protagonista comincia il suo viaggio cadendo in una tana di coniglio, e un altro è Attraverso lo specchio, pesantemente basato sugli scacchi, in cui la stessa ragazzina, già un po' più grande, visita un mondo alla rovescia che si trova dall'altro lato di un grande specchio nel suo salotto. E come sappiamo che è più grande? Facile: nel primo continua a parlare della sua gattina, con una certa insensibilità, peraltro, dato che le sfugge sempre di farlo davanti a topi e a un gran assortimento di altri animali che ne hanno paura, mentre nel secondo la micia ha avuto dei cuccioli.
Rémy: Aiuto! Non mi piace questa Alice! Non sa proprio quando tenere la bocca chiusa!
Appunto, visto? Tornando a noi, Walt Disney ha fatto di due episodi uno, inserendo personaggi e situazioni del secondo in un'ambientazione attribuibile al primo, e ormai se si dovesse fare un giochetto come quello iniziale del quiz L'Eredità, in cui io vi dicessi un personaggio a caso e voi doveste collocarlo nell'uno o nell'altro, non so proprio come ve la cavereste. Poco male, sono un po' confusa anch'io di tanto in tanto.
Ebbene, l'ossatura della trama di questo sconosciuto, il secondo volume, è che Alice deve attraversare da un capo all'altro un mondo popolato da strane creature e diviso, a seconda della traduzione, in “scacchi” o “quadretti”: arrivata all'ottavo, cioè all'estremità opposta a quella da dov'era partita, le succederà quel che capita a un pedone che in una partita venga, con termine tecnico, “promosso”, e diventerà regina. Quando ormai il libro è in dirittura d'arrivo, Alice si ritrova in testa una corona che non sa bene come ci sia finita e viene sottoposta a una serie di assurdi test dalle due regine già esistenti, la Rossa e la Bianca, che molti di voi forse si staranno immaginando con i visi della Bonham-Carter e della Hathaway di burtoniana memoria, poi riesce finalmente ad accedere a un banchetto altrettanto bizzarro in cui il cibo è vivo e le viene presentato come se si trattasse di nuove conoscenze, dopodiché non si può più mangiare, perché non sta bene tagliare e ingurgitare un nuovo amico, proprio no! E così succedono scenette di questo tipo:
Mi sembri un po' timida: lascia che ti presenti a quel cosciotto di montone, ― disse la Regina Rossa. ― Alice-Montone-Montone-Alice. ― Il cosciotto di montone si alzò in piedi nel piatto e fece un piccolo inchino ad Alice; e Alice ricambiò l'inchino, non sapendo se doveva essere spaventata o divertita.
Ora, non aspettatevi che la ricetta di oggi sia tanto attenta al galateo: probabilmente se ne starà lì a farsi mangiare come succede su qualsiasi sensata tavola del nostro noioso mondo. Tuttavia parliamo proprio del cosciotto di montone, la cui procedura ho di nuovo dovuto tradurre con le mie manine d'oro, per cui sapete da chi andare con torce e forconi se vi rovina la cena. Eccolo qui:

Cosciotto di montone con salsa di capperi

Ingredienti
Per il montone
1 cosciotto di montone
sale e pepe nero macinato di fresco
200 g di burro
3 grosse cipolle tagliate a fette
1 rametto di rosmarino fresco
3 foglie d'alloro
10 grani di pepe nero
750 ml di vino bianco
600 ml di brodo d'agnello

Per la salsa di capperi
300 ml di panna liquida
600 ml di brodo di pollo
1 piccolo vasetto di capperi

Procedura
  1. Preriscaldare il forno a 150°C.
  2. Per il montone, insaporire tutto il cosciotto con sale e pepe nero macinato di fresco. Imburrare l'interno di una casseruola pirofila. Mettere il cosciotto di montone nel piatto e spargervi sopra le cipolle affettate.
  3. Avvolgere il rosmarino, le foglie d'alloro e i grani di pepe in un pezzetto di mussola e farne un pacchettino con un pezzo di spago da cucina. Metterlo nella casseruola.
  4. Versare il vino bianco e il brodo d'agnello. Imburrare un foglio di carta oleata grande abbastanza da coprire la casseruola e metterlo sopra il montone, infilandovi sotto i bordi.
  5. Mettere in forno per 3 ore, o fino a quando il montone è tanto tenero da sciogliersi.
  6. Nel frattempo, per la salsa di capperi, cuocere a fuoco lento il brodo di pollo in un pentolino finché si riduce della metà in volume. Aggiungere mescolando la panna e i capperi e cuocere a fuoco lento per 2-3 minuti, poi insaporire a piacere con sale e pepe nero macinato di fresco. Mettere da parte.
  7. Togliere il montone dal forno. Mettere le cipolle cotte su un grosso piatto da portata con una schiumarola. Tagliare il cosciotto a fette spesse e adagiarle sulle cipolle. Mettervi sopra col cucchiaio la salsa di capperi calda e servire immediatamente.

Rémy: Ma i capperi nel libro non ci sono!
No, infatti, ma del cosciotto si trovano tante versioni con condimenti diversi, molte delle quali si vantano di essere italianissime. Io ho scelto questa, nonostante non si nomini la salsa di capperi, perché nessuna di esse mi sembrava adatta per riprodurre l'atmosfera di un classico della letteratura inglese: la mia fonte, che non potrebbe essere più britannica di così, mi assicura che si tratti di un piatto che Sua Maestà in persona approverebbe. Se non lo sa la BBC...

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