Settima puntata
Salve a tutti! Rieccomi sui
vostri schermi! E stavolta non sono sola.
Pier:
Ciao, amici! Finalmente ci rivediamo!
E dunque, sei pronto per una
nuova puntata?
Pier: Prontissimo! Io non mi
arrugginisco mai, cosa credi?
Pier: La parola di oggi è...
“terso”!
Oh, ma che bella parola
primaverile! Speriamo che a casa dei nostri lettori faccia bel tempo,
così potranno usarla subito. Regia, cosa c'è in serbo per noi
stavolta?
Pier: Be', insomma, non è
proprio come lo immaginavo...
Che pignolo! Se fosse stata
un'unica superficie azzurra uniforme, non si sarebbe nemmeno capito
che era il cielo! Accontentati!
Pier: E va bene...
Vediamo un po' la definizione
dell'immortale Zingarelli 2008, che tiriamo giù di nuovo dallo
scaffale dopo tanta inattività:
terso
part.
pass. di
tergere;
anche agg.
1. Detto di superficie del tutto pulita, priva di macchie.
2. Limpido, senza impurità.
3.
(fig.)
Detto di scritto o stile che rivela proprietà di linguaggio ed
eleganza formale.
Pier: Allora è proprio la
parola giusta per riprendere la rubrica col botto!
Eh, già! Dopotutto anche noi,
nel nostro piccolo, stiamo aiutando chi ci legge a raggiungere il
significato numero tre, o almeno, lo spero...
Pier: Ti proporrei di
incrociare le dita, ma con queste zampe non ci riesco...
Non ti preoccupare, è il
pensiero che conta!
Pier: Allora facciamo finta
che l'abbia fatto... C'è altro, o possiamo passare all'angolo di
Sherlock?
Ma guarda, “l'angolo di
Sherlock”, che nome carino! Ti piace proprio, eh? Non temere,
arriverà presto, solo un'altra considerazione veloce e poi è il tuo
momento.
Non
trovate anche voi che, per l'ennesima volta, il senso numero due
prevalga sul numero uno nell'opinione corrente? Io, per me, se
proprio devo usare questa parola di solito lo faccio in riferimento a
un cielo sgombro, e difficilmente mi verrà in mente di pronunciarla
mettendo piede in un salotto buono in cui ogni cosa superi a pieni
voti il test del guanto bianco. Eppure è proprio così: ci
accorgiamo a malapena che sia un participio passato, forse perché il
verbo da cui deriva si usa poco da solo e tanto all'interno di parole
composte (in che stato sono i tergicristalli
della vostra auto?), ma il primo significato a cui dovremmo pensare è
di pulizia, più che di tempo soleggiato.
E ora, il momento che tutti
(soprattutto Pier, a quanto pare) aspettavate: è ora di mettersi
cappello e impermeabile e seguire le impronte lasciate dalla parola
di oggi fino a risalire alla sua origine! Diamo un'occhiata agli
indizi... Accidenti!
Pier: Cosa? Che succede?
Succede che la nostra solita
fonte per stavolta ci tradisce e non dice altro che quel che sappiamo
già, cioè da che verbo deriva, e anche andando a controllare la
voce “tergere” non si ottiene un granché. Riapriamo lo
Zingarelli e vediamo se ci aiuta un po' di più.
tergere
lat. tĕrgere,
di etim. incerta.
Pier: Bell'aiuto! Abbiamo
imparato che c'entra di nuovo il latino, cosa che a questo punto sto
imparando ad aspettarmi, e poi?
E poi, caro il mio panda, hai
ragione a essere deluso, ma non c'è molto altro. Se vuoi possiamo
avventurarci nelle paludi di un dizionario etimologico di mia
conoscenza, ma sappi che potremmo restarci impantanati e che il
linguaggio in cui è scritto potrebbe mettere tanta paura ai nostri
lettori da far passare loro la voglia di seguirci...
Pier:
Io dico di provarci lo stesso. Non mi spavento di certo, io.
Ma come siamo coraggiosi! Ti fai
bello per la tua ragazza?
Pier: Ehm... forse...
Va bene, facciamo come panda
comanda (con tanto di rima) e sentiamo che dice l'esperto:
tergere
rum.
sterge;
prov.
esterzer; a.
fr. terdre;
a.
sp.
terger: = lat.
tergere |p.
p. tersus|,
che i più congiungono a una rad.
europ.
strag- stendere,
drusciare, carezzare.*
Pier: Accipicchia, mi sto
pentendo...
Per chi si è perso in questa
selva oscura di abbreviazioni, la prima parte altro non è che una
bella lista di confronti con altre lingue. In questo caso, il nostro
erudito amico che ha compilato il dizionario è riuscito a tirar
fuori, nell'ordine: rumeno, provenzale, antico francese e antico
spagnolo, e se l'avessimo lasciato andare avanti avrebbe estratto dal
cappello anche l'antico alto tedesco e il greco, giusto per non
lasciare intentata alcuna ipotesi: chi pensa che derivi da una parola
che vuol dire “fregare, strofinare”, chi “rendere arido,
disseccare”... insomma, rispetto allo Zingarelli ha fatto molto più
che dire semplicemente che l'etimologia è incerta e fermarsi lì, ma
non è giunto comunque a una soluzione che metta d'accordo tutti. Mi
sa che questo “delitto” resterà senza “colpevole”!
Pier:
Ora ci vorrebbe una puntata nella puntata solo per quel “drusciare”,
ma il resto mi è chiaro. Peccato per la non-soluzione, però!
Rassegnati, ogni tanto qualche
vicolo cieco s'incontra per forza. È passato tanto di quel tempo che
non sempre si può essere sicuri di quel che si afferma. A proposito,
la parola misteriosa vuol dire “sfregare” ma anche “lusingare,
adulare”. Non la faccio lunga perché non stava scritto nel
contratto!
Pier: Okay, adesso ho capito
tutto. Scommetto che anche parecchi lettori saranno stati contenti di
questa parentesi!
Non ne dubito. E adesso invece
chiudiamo con qualcosa che nel contratto c'è eccome e vediamo come
ha usato il vocabolo di oggi qualcuno che con le parole ci sa fare
più di noi:
Era una delle fonti di Merlino,
Delle quattro di Francia da lui
fatte,
D'intorno cinta di bel marmo
fino,
Lucido, e terso, e bianco più
che latte,
Quivi d'intaglio con lavor divino
Avea Merlino immagini ritratte.
Ludovico
Ariosto, Orlando
Furioso,
canto XXVI**
Pier: Accipicchia! Quanto
scommettiamo che gli appassionati di romanzi fantasy staranno
impazzendo?
Sai che hai proprio ragione? Non
ci si pensa, ma se vi piacciono le storie di magia, in certi poemi
dei tempi andati ne incontrerete altrettanta! Certo, non sarà una
lettura tanto scorrevole, ma potreste trovarvi le origini più remote
di qualcosa che magari eravate convinti che avesse inventato il
vostro autore preferito. Vale la pena di fare un tentativo!
Pier: Io mi ci metto subito!
Una canna di bambù e un bel libro, questa sì che è vita!
E bravo Pier! Chiudiamo la
puntata, così ti lascio alle tue letture. Vi è bastato il nostro
spazio di oggi per decidervi a puntare il naso in su ed esclamare:
«Che bel cielo terso!», oppure no? Noi speriamo proprio di sì! A
presto!
Pier: Ciao ciao!
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