sabato 19 aprile 2014

Le parole di Piermario

Settima puntata

Salve a tutti! Rieccomi sui vostri schermi! E stavolta non sono sola.
Pier: Ciao, amici! Finalmente ci rivediamo!
E dunque, sei pronto per una nuova puntata?
Pier: Prontissimo! Io non mi arrugginisco mai, cosa credi?
Bene! Allora saprai di sicuro cosa succede adesso. Tre... due... uno... apri la busta!
Pier: La parola di oggi è... “terso”!
Oh, ma che bella parola primaverile! Speriamo che a casa dei nostri lettori faccia bel tempo, così potranno usarla subito. Regia, cosa c'è in serbo per noi stavolta?

Pier: Be', insomma, non è proprio come lo immaginavo...
Che pignolo! Se fosse stata un'unica superficie azzurra uniforme, non si sarebbe nemmeno capito che era il cielo! Accontentati!
Pier: E va bene...
Vediamo un po' la definizione dell'immortale Zingarelli 2008, che tiriamo giù di nuovo dallo scaffale dopo tanta inattività:

terso part. pass. di tergere; anche agg. 1. Detto di superficie del tutto pulita, priva di macchie.
2. Limpido, senza impurità.
3. (fig.) Detto di scritto o stile che rivela proprietà di linguaggio ed eleganza formale.

Pier: Allora è proprio la parola giusta per riprendere la rubrica col botto!
Eh, già! Dopotutto anche noi, nel nostro piccolo, stiamo aiutando chi ci legge a raggiungere il significato numero tre, o almeno, lo spero...
Pier: Ti proporrei di incrociare le dita, ma con queste zampe non ci riesco...
Non ti preoccupare, è il pensiero che conta!
Pier: Allora facciamo finta che l'abbia fatto... C'è altro, o possiamo passare all'angolo di Sherlock?
Ma guarda, “l'angolo di Sherlock”, che nome carino! Ti piace proprio, eh? Non temere, arriverà presto, solo un'altra considerazione veloce e poi è il tuo momento.
Non trovate anche voi che, per l'ennesima volta, il senso numero due prevalga sul numero uno nell'opinione corrente? Io, per me, se proprio devo usare questa parola di solito lo faccio in riferimento a un cielo sgombro, e difficilmente mi verrà in mente di pronunciarla mettendo piede in un salotto buono in cui ogni cosa superi a pieni voti il test del guanto bianco. Eppure è proprio così: ci accorgiamo a malapena che sia un participio passato, forse perché il verbo da cui deriva si usa poco da solo e tanto all'interno di parole composte (in che stato sono i tergicristalli della vostra auto?), ma il primo significato a cui dovremmo pensare è di pulizia, più che di tempo soleggiato.
E ora, il momento che tutti (soprattutto Pier, a quanto pare) aspettavate: è ora di mettersi cappello e impermeabile e seguire le impronte lasciate dalla parola di oggi fino a risalire alla sua origine! Diamo un'occhiata agli indizi... Accidenti!
Pier: Cosa? Che succede?
Succede che la nostra solita fonte per stavolta ci tradisce e non dice altro che quel che sappiamo già, cioè da che verbo deriva, e anche andando a controllare la voce “tergere” non si ottiene un granché. Riapriamo lo Zingarelli e vediamo se ci aiuta un po' di più.

tergere lat. tĕrgere, di etim. incerta.

Pier: Bell'aiuto! Abbiamo imparato che c'entra di nuovo il latino, cosa che a questo punto sto imparando ad aspettarmi, e poi?
E poi, caro il mio panda, hai ragione a essere deluso, ma non c'è molto altro. Se vuoi possiamo avventurarci nelle paludi di un dizionario etimologico di mia conoscenza, ma sappi che potremmo restarci impantanati e che il linguaggio in cui è scritto potrebbe mettere tanta paura ai nostri lettori da far passare loro la voglia di seguirci...
Pier: Io dico di provarci lo stesso. Non mi spavento di certo, io.
Ma come siamo coraggiosi! Ti fai bello per la tua ragazza?
Pier: Ehm... forse...
Va bene, facciamo come panda comanda (con tanto di rima) e sentiamo che dice l'esperto:

tergere rum. sterge; prov. esterzer; a. fr. terdre; a. sp. terger: = lat. tergere |p. p. tersus|, che i più congiungono a una rad. europ. strag- stendere, drusciare, carezzare.*

Pier: Accipicchia, mi sto pentendo...
Per chi si è perso in questa selva oscura di abbreviazioni, la prima parte altro non è che una bella lista di confronti con altre lingue. In questo caso, il nostro erudito amico che ha compilato il dizionario è riuscito a tirar fuori, nell'ordine: rumeno, provenzale, antico francese e antico spagnolo, e se l'avessimo lasciato andare avanti avrebbe estratto dal cappello anche l'antico alto tedesco e il greco, giusto per non lasciare intentata alcuna ipotesi: chi pensa che derivi da una parola che vuol dire “fregare, strofinare”, chi “rendere arido, disseccare”... insomma, rispetto allo Zingarelli ha fatto molto più che dire semplicemente che l'etimologia è incerta e fermarsi lì, ma non è giunto comunque a una soluzione che metta d'accordo tutti. Mi sa che questo “delitto” resterà senza “colpevole”!
Pier: Ora ci vorrebbe una puntata nella puntata solo per quel “drusciare”, ma il resto mi è chiaro. Peccato per la non-soluzione, però!
Rassegnati, ogni tanto qualche vicolo cieco s'incontra per forza. È passato tanto di quel tempo che non sempre si può essere sicuri di quel che si afferma. A proposito, la parola misteriosa vuol dire “sfregare” ma anche “lusingare, adulare”. Non la faccio lunga perché non stava scritto nel contratto!
Pier: Okay, adesso ho capito tutto. Scommetto che anche parecchi lettori saranno stati contenti di questa parentesi!
Non ne dubito. E adesso invece chiudiamo con qualcosa che nel contratto c'è eccome e vediamo come ha usato il vocabolo di oggi qualcuno che con le parole ci sa fare più di noi:

Era una delle fonti di Merlino,
Delle quattro di Francia da lui fatte,
D'intorno cinta di bel marmo fino,
Lucido, e terso, e bianco più che latte,
Quivi d'intaglio con lavor divino
Avea Merlino immagini ritratte.
Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, canto XXVI**

Pier: Accipicchia! Quanto scommettiamo che gli appassionati di romanzi fantasy staranno impazzendo?
Sai che hai proprio ragione? Non ci si pensa, ma se vi piacciono le storie di magia, in certi poemi dei tempi andati ne incontrerete altrettanta! Certo, non sarà una lettura tanto scorrevole, ma potreste trovarvi le origini più remote di qualcosa che magari eravate convinti che avesse inventato il vostro autore preferito. Vale la pena di fare un tentativo!
Pier: Io mi ci metto subito! Una canna di bambù e un bel libro, questa sì che è vita!
E bravo Pier! Chiudiamo la puntata, così ti lascio alle tue letture. Vi è bastato il nostro spazio di oggi per decidervi a puntare il naso in su ed esclamare: «Che bel cielo terso!», oppure no? Noi speriamo proprio di sì! A presto!
Pier: Ciao ciao!

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