mercoledì 2 aprile 2014

Il topo buongustaio

Una passeggiata lungo il viale dei ricordi

Salve a tutti, e bentornati nel nostro spazio mangereccio! Pronti a mettere le mani in pasta?
Rémy: Io sì! Dai, dai, quando cominciamo?
Quanta impazienza! Potresti almeno salutare come si deve!
Rémy: Ops... Salut, mes amis...
Non mi dire che adesso oltre all'assistente devo assumere pure un traduttore simultaneo, eh!
Rémy: Mi sono lasciato un po' prendere, scusa! Qui qualcuno, non faccio nomi, ha una promessa da mantenere...
Va bene, va bene! Come anticipato, la ricetta di oggi arriva fresca fresca dalla terra della Tour Eiffel e della Bastiglia, della Senna e dei boulevards, degli inventori della mongolfiera e del cinematografo, insomma, per farla breve, dalla Francia! Contento adesso?
Rémy: Evviva!
Naturalmente, anche se la rubrica finora è stata decisamente di parte anglofona, la Francia ha prodotto a sua volta fior di autori, e siccome anche i loro personaggi sono esseri umani che prima o poi dovranno mettersi a tavola e mangiare, a saperlo cercare troviamo del cibo anche nella letteratura del Paese d'origine del nostro amico.
Oggi, per esempio, non solo inauguriamo la presenza francese nel nostro spazio, ma lo facciamo veramente col botto, chiamando in aiuto nientemeno che Marcel Proust.

Rémy: Però! Mica male! Mi sa che ho un presentimento su dove vuoi andare a parare...
Ce l'avranno in tanti, Rémy, davvero in tanti. Il passo a cui voglio appellarmi è un autentico mostro sacro, che probabilmente conoscerà anche chi non ha letto il libro intero (il che, lasciatevelo dire, è un'impresa non da poco, senza offesa per il nostro patriottico amichetto né per lo scrittore: il Guinness dei Primati lo considera il romanzo più lungo del mondo!). Eccolo qui:
Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati maddalene, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa.
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto

Ebbene, da questo – soltanto questo: il sapore di un pezzo di dolcetto nel tè – si scatena una tale ondata di ricordi incatenati da produrre intorno alle tremila pagine!
Ora, se non siete francesi e quindi non legate chissà quali memorie infantili al gusto delle maddalene, o madeleines che dir si voglia, difficilmente per voi saranno così magiche, ma questo non significa che non le possiate provare: sono perfette per prendere un tè caldo con i vostri compagni di lettura!
Se ne trovano più versioni con sottili differenze, ciascuna delle quali pretende a caratteri cubitali di essere l'originale, e io purtroppo non ho parenti francesi che possano darmi una mano a raccapezzarmi. Ve ne propongo una, se per caso già la conoscevate diversa è solo questione di varianti. E dunque, senza ulteriori indugi...

Madeleines

Ingredienti:
100 g di farina
100 g di burro + un po' per lo stampo
100 g di zucchero semolato
2 uova intere
2 tuorli
la scorza grattugiata di 1 limone non trattato
1 bustina di vanillina
1/2 bustina di lievito in polvere per dolci
sale fino

Procedimento:
Lascia fondere il burro in un pentolino a fuoco dolcissimo (non deve scurirsi). Questa operazione è più semplice se usi il burro chiarificato che, tra l'altro, non contiene lattosio (lo trovi al supermercato). Quando il burro è fuso, spegni e lascia intiepidire.
Con la frusta elettrica, monta le uova e i tuorli con lo zucchero e un pizzico di sale. Quando il composto è soffice e gonfio, incorpora la farina, il lievito e una bustina di vanillina, facendo scendere il tutto a pioggia dal setaccio e mescolando con un cucchiaio di legno con movimenti dal basso verso l'alto.
Infine, incorpora il burro fuso freddo e la scorza grattugiata del limone.
Lascia riposare l'impasto a temperatura ambiente per un'ora.
Imburra lo stampo e riempi le cavità con l'impasto (non fino all'orlo perché tendono a gonfiarsi, quindi mantieniti qualche mm al di sotto del bordo).
Inforna a 200° per 12 minuti, dopodiché, togli dal forno e sforma dolcetti capovolgendo lo stampo. Imburra nuovamente e ripeti l'operazione fino ad esaurire l'impasto.
Accompagna con una buona tazza di tè o con una gustosa composta di frutta.

Rémy: Da leccarsi i baffi! Però le madeleines originali hanno una forma strana, proprio come dice il nostro signor autore, una forma che fuori dalla mia Francia non ho mai visto...
Eh, già! A voler essere proprio precisi, per fare questo dolce come chef comanda ci vuole uno stampo speciale che dia a ciascun biscottino la forma di una conchiglia. Se lo trovate in qualche negozio specializzato, buon per voi, altrimenti posso solo dirvi di controllare se per caso qualche francese D.O.C. ne mette uno in vendita su Internet! Sarà un buon modo per imparare un po' le lingue!
Arrivederci alla prossima mangiata... ehm, puntata!
Rémy: Au revoir!

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